Per i piccoli impianti elettrici o per le complesse reti di una scheda madre, spesso ci ritroviamo ad avere bisogno di alcuni punti di saldatura che possiamo facilmente adoprare essendo muniti dello stretto necessario. Il saldatore è comodo per le sue immediate prestazioni, elettrico o a gas, vediamo subito come utilizzarlo al meglio.
Anche se nelle scuole non si fanno più prove pratiche per la realizzazione di impianti, molti si ricorderanno con quale efficacia si possano saldare i componenti elettronici (componenti elettronici, porta lampade ecc.) La saldatura a stagno, inoltre, non viene usata solo in campo elettrico ma anche per piccole brasature, per unire pezzi in ottone, rame o zinco.
Prima di procedere per adoprare una saldatura in stagno è necessario preparare a portata di mano tutti gli utensili necessari. Dato che avremo in mano un oggetto che si riscalderà molto, occorre fare molta attenzione e non lasciarlo incustodito. Per questo ci occorre prima di ogni cosa
-UN SALDATORE: a gas o elettrico.
-IL MATERIALE D’APPORTO: in questo caso lo stagno
-UN PORTA SALDATORE: adatto al saldatore che useremo.
-PASTA DECAPANTE: cioè antiossidante
-CARTA ABRASIVA: per la preparazione della parte da saldare
Iniziamo differenziando i vari tipi di saldatori a stagno, che hanno diversi criteri di funzionamento in base alle diverse esigenze. Ovviamente la lodo diversità sta anche nel prezzo e vediamo di scoprire perchè.
Il quello che ha origini più antiche è sicuramente il SALDATORE A GAS. E’ molto potente dato che ha un bruciatore regolabile, la fiamma però non è direttamente direzionata sul punto in questione, ma su un cuneo o punzone che diventando incandescente scioglie lo stagno per contatto.
Sempre a gas per lavori più piccoli, ci sono anche le MINI TORCIE, che hanno una piccola fiamma bluastra capace di fondere anche oro, argento e alluminio. Fino a non molto tempo fa, per ottenere questa fiamma era necessario solamente un attrezzatura particolare con due bombole, una di ossigeno e una propano; per lavorare a lungo sia su grandi masse che su saldature di precisione. Abbandonando il generico parliamo del nostro caso specifico, oggi, si usa ugualmente la fiamma ossidrica, ma gli obbisti che hanno bisogno di piccole saldature rimili possono ricorrere alle piccole torce comode e pratiche acquistabili a circa 40 euro di buona qualità. Anche queste tipologie possono non essere fiamma diretta, altresì indiretta. Tutte le tipologie di saldatori a gas hanno delle punte intercambiabili che vengono riscaldate dalla fiamma per arroventarsi e compiere il loro lavoro speditamente.
Poi esistono anche i saldatori elettrici. Si dividono in due principali categorie, quelle a STILO e quelle a PISTOLA.
Quello a stilo, o a penna, è piccolo e maneggevole, ha un impugnatura in legno o plastica da quale esce il filo di alimentazione da attaccare alla corrente. Dall’impugnatura esce un tubicino in metallo che termina con un un archetto sagomato intercambiabile in base alle varie esigenze. Il tubicino metallico al quale è incastrato il puntale, contiene una particolare spirale in metallo, ovvero, la resistenza: questa riscaldandosi è capace di raggiungere 400-450 gradi, ma per sviluppare questo calore può richiedere dalle 30 alle 70 Watts. A differenza del secondo tipo, questo viene chiamato anche saldatore elettrico “lento” perchè impiega alcuni minuti prima di essere pronto al suo utilizzo.
Mentre il saldatore a pistola è detto “istantaneo”, perchè raggiunge la temperatura necessaria (400-450) in pochi secondi dopo aver premuto il pulsante di accensione. All’interno dell’involucro della pistola vi è un trasformatore ed un condensatore che trasforma con estrema rapidità la correte alternata in calore lungo l’estremità. Il fatto che il calore duri solo il tempo necessario per le operazioni di saldatura, fa si che necessita normalmente di 100 Watts, potenza che viene scaricata tutta in una volta per un riscaldamento immediato.
Come abbiamo visto, i saldatori hanno una punta o ugello che raggiunge temperature talmente alte da riuscire a fondere lo stagno. C’è da dire che lo stagno fonde ad una temperatura relativamente bassa (232 gradi), e di solito le bacchette per saldatura sono in lega con il piombo (che fonde a 327 gradi); molto meno dell’oro (1063 gradi) o dell’argento (961 gradi) per non parlare del rame (1084 gradi). Per fondere i metalli il cui punto di fusione è al di sopra dei 500 gradi si usa la fiamma ossidrica, mentre in questi casi ci basta raggiungere 400 gradi con un normalissimo saldatore stilo.
Fate riscaldare la punta del nostro saldatore a stilo o a gas. Prima di metterlo in funzione assicuratevi che la punta sia pulita da altri residui di metallo ossidato o da materiale inerte come polvere di qualsiasi altro materiale che può mettere a repentaglio la saldatura.
Il materiale che useremo, che come detto in precedenza, è una lega di stagno e piombo, ha un colore argenteo, grigio chiaro, ma leggermente opacizzato. Proprio la sua lucentezza sarà il nostro punto di riferimento per capire quando il metallo sarà perfettamente fuso, accostando il filo o barretta al saldatore, in un tempo relativamente veloce (dipende dalla sezione della barretta di apporto) il metallo diverrà lucido. Il metallo fuso si comporterà perfettamente come un fluido, sfruttando l’elettrostaticità raccoglieremo delle piccole gocce sulla punta del saldatore per rilasciarle sul punto interessato. Ma questa procedura va eseguita per piccolissime saldature su piastre elettroniche, per le saldature più corpose e continue si appoggia appena il saldatore sul punto interessato mentre con l’altra mano si porge accanto al saldatore il filo di stagno che fonderà velocemente. Nel caso di una saldatura lunga, il saldatore si farà scorrere insieme allo stagno in maniera costante. Se vi interrompete nel corso della saldatura non è un problema perchè lo stagno si attaccherà alla prima parte senza problemi.
Nel caso di errori o di saldature da eliminare esiste una prodotto apposito, ovvero il filo dissaldante. Questo filo che si più trovare in bobina o in bacchettine attira lo stagno fuso che si genera appoggiando il saldatore ad una vecchia saldatura.
La saldatura nel campo dell’elettronica è sempre applicata per unire fili e piccoli transistor, ma può essere anche utilizzata per congiungere piccoli oggetti, e soprattutto lamierine in ottone o rame. In questo caso è necessario decapare (pulire) la parte da saldare prima con della carta abrasiva o della lana metallica, poi passare la pasta decapante specifica per il metallo in questione, e solo dopo si può procedere alla saldatura.
Ogni metallo, e in particolar modo durante la sua fusione, è soggetto ad ossidazione. La saldatura è completamente ostacolata dall’ossidazione che spesso può creare una vera e propria barriera antiaderente tra l’oggetto e il metallo di apporto. Per questo ogni metodo di saldatura è studiato metallo per metallo e ogni caso ha il suo anti ossidante. Nel caso dell’alluminio è necessario un gas particolare che viene spruzzato dall’ugello della saldatrice a filo continuo che annulla l’ossidazione del metallo, mentre per la saldatura di oro o argento ve ne sono daltri diversi tra loro, e così via.
I saldatori hanno un costo che varia in base alla loro tipologia e soprattutto alla qualità. Il classico saldatore a stilo lo si può acquistare 5 € in qualsiasi negozio con un rapporto qualità prezzo buono, ma per i prodotti più professionali con possibile regolatore di temperatura, porta saldatore e un vasto insieme di ugelli intercambiabili si può far lievitare il costo fino a 30 euro. Per un saldatore a pistola, invece, si può trovare di media qualità tra le 40 e le 50 Euro, il costo elevato dipende dal discorso della sua grande capacità istantanea. Mentre i saldatori a gas per stagno costano circa 30 euro di piccole dimensioni, per poi arrivare a combinazioni più specialistiche con un set di valvola, cannello e materiale di apporto di centinaia di euro senza contare il costo delle bombole.